Skim-reading e poco tempo, una fotografia contemporanea

Skim-reading e poco tempo, una fotografia contemporanea

 di lettura
PR Officer & Content Editor

Breve analisi delle pratiche di lettura odierne

Skim-read: to read quickly and superficially, in order to pick up the important or significant details. 

Oggi non abbiamo tempo.

O forse, come diceva Seneca, ne sprechiamo molto.

Ad ogni modo non ne abbiamo, e la lettura, come tanti altri aspetti della nostra vita, ne ha subìto delle conseguenze. Nefaste, oserei dire.

Una di queste è appunto il fatidico “skim-reading”, vale a dire la nuova modalità di leggere i testi a “salti” e ad una velocità impressionante. Far scorrere con lo sguardo il testo e carpire le informazioni principali, cercando indizi sulla pagina per farsi un’idea generica del contenuto. Fatto!

Tic, toc, tic, toc. Intanto il tempo va avanti e noi siamo già impegnati in altro, credendo di aver afferrato ciò che abbiamo letto.

Gli esperti, oggi, considerano questa pratica estremamente rischiosa: leggere in questo modo causa un livello di comprensione più approssimativo e non permette al nostro cervello di assimilare la complessità del testo, e il pathos che ne deriva.


Nuove modalità di fruizione 

La causa di tutto questo non va ritrovata solamente nell’avvento e nell’utilizzo massiccio di internet (dove la maggior parte dei contenuti sono creati appositamente per lo skim-reading) ma nell’evoluzione dell’industria culturale verso il digitale. Innanzitutto, sono venuti meno i confini tra pubblicazione e fruizione: è più facile, oggi, pensare, pubblicare e quindi arrivare ad un potenziale lettore. Allo stesso modo, ha molto inciso anche il fatto che nella normalità l’unico mezzo di sbocco verso l’esterno è la rete, frutto della cara e vecchia democratizzazione dell’informazione.

Sul web, ogni giorno, accadono vere e proprie battaglie tra contenuti, a prescindere dalla loro natura intrinseca e dalla loro modalità di fruizione. Siamo invasi da testi, video, informazioni e dobbiamo scegliere cosa leggere, cosa vedere, cosa capire e cosa fare nostro. Leggiamo velocemente tutto, conosciamo a spizzichi e bocconi. Sempre in pochissimo tempo. 


Libri vs online content 

Dobbiamo fare economia, e non lo facciamo solo online leggendo articoli, recensioni, caption social ma anche con i libri. L’avvento del libro digitale, la possibilità di leggere direttamente dal proprio tablet tramite e-book ha facilitato la lettura a salti. Ziming Liu, dell'Università Statale di San Jose, ha condotto una serie di studi sulla tematica della scrematura e del word-spotting durante la lettura. La ricerca ha dimostrato come molti lettori oggi campionano la prima riga e poi il word-spot del restante. Chiaramente questo processo causa un rallentamento nei tempi di lettura profonda, non permettendo di cogliere la complessità del libro e di fare un pensiero proprio riguardo a ciò che abbiamo letto.

Il fenomeno ormai è quindi assodato. E chi crea contenuti deve tenerne conto: deve prenderne gli effetti positivi e creare dei testi che facilitano lo skim-reading, che se letti velocemente restituiscono comunque tutte le informazioni necessarie. Un sfida quotidiana per chi scrive sul web, meno per chi scrive libri. Non possiamo chiedere ad un romanziere di “scrivere meno” per accorciare i tempi di lettura, come non possiamo pensare di capire “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust o “Anna Karenina” di Lev Tolstoj in skim-reading. Non illudiamoci, per favore.  

Per il web la parola chiave è quindi brevità (che, detto tra noi, i due autori sopracitati non conoscevano affatto). Scrivere dunque contenuti che arrivano direttamente al cuore del concetto, all’essenziale e che riducono il tempo di lettura senza tralasciare però una giusta restituzione dell’informazione. Molto utili, sicuramente, anche dei piccoli espedienti che a livello grafico dividono il testo, rendendolo più scorrevole con un veloce screening degli occhi come divisione in paragrafi, inserimento di titoli ed elenchi puntati.

Un consiglio? Take your time e leggete con calma, la sete di conoscenza non porta il Rolex.

E se volete approfondire l’incisione dello skim-reading sulla società, vi consiglio di leggere questo articolo di Maryanne Wolf sul The Guardian: https://www.theguardian.com/commentisfree/2018/aug/25/skim-reading-new-normal-maryanne-wolf