In questa società dell’immagine e dell’apparire, il successo è spesso inteso come sinonimo di notorietà, popolarità o visibilità.
Ha successo chi ha potere, chi ha un sacco di soldi, chi appare in tv o alla radio, chi viene riconosciuto per strada, ma soprattutto, ha successo chi riesce a imporre la propria immagine attraverso i media, in funzione di quello che fa o di quello che è. Ed oggi, nell’era moderna, grazie ai canali che offre internet (dai blog ai social media), tutti hanno una potenziale chance per scalare le vette della popolarità.
Quindi popolarità e successo sono davvero sinonimi? Ovviamente no, tanto che nell’era della multimedialità e della sovrabbondanza di informazioni, a essere popolari non sono soltanto quelli che in qualche modo “ce l’hanno fatta”, ma tutti quelli di cui si parla quotidianamente sui media, compresi assassini, stupratori, delinquenti, ecc.
Successo e popolarità non vanno dunque confusi. Parlando di brand, per esempio, ne esistono molti di successo che non sono affatto popolari.
Definire cosa sia il successo non è affatto semplice, ma a molti è sempre più chiaro che il vero successo non è più legato a parametri come la ricchezza, la notorietà e il potere. Oggi, il vero successo, tanto per le persone quanto per i brand, non è puntare a un obiettivo e raggiungerlo, ma saper leggere la realtà giorno dopo giorno e ridefinire ogni volta obiettivi, priorità e traguardi, consapevoli che ciascun punto di arrivo deve rappresentare l’inizio di una nuova sfida.
E tutte le attività di comunicazione vanno finalizzate al raggiungimento dei nostri obiettivi, costruendo un’immagine di marca, anch’essa in evoluzione, che garantisca il consolidamento dell’azienda nel medio e lungo periodo.
Diversamente, il rischio è quello di rimanere semplicemente delle “meteore” della popolarità.