Dire, fare, baciare (lettera e testamento)
Essere una donna single è spesso una scelta, o forse la definirei una necessità. Tutto parte da un problema di fondo. Spaventiamo gli uomini. Siamo evolute, emancipate, indipendenti (più del genere maschile), siamo soprattutto libere.
E poi diciamocela tutta, non esistono più gli uomini di una volta (quelli che leggi nei romanzi, perchè nella mia seppur breve conoscenza diretta, non li ho mai incontrati).
In base alla mia esperienza personale sintetizzerei gli uomini in quattro grandi gruppi:
quelli dai facili entusiasmi: ti tormentano per poche settimane facendoti credere di aver trovato la donna della loro vita e poi puff, tutto finito, spariscono;
i peter pan: hanno tutto o quasi, sono intraprendenti, coinvolgenti ma non vogliono impegnarsi davvero;
gli unicorni: mi raccontano della loro esistenza, ma io non li ho mai incontrati. Li incontri al posto giusto nel momento giusto, e sono tutto quello che una donna può desiderare (intraprendenti, romantici ma non troppo, fedeli, carismatici);
i lumaconi: ci provano a prescindere con tutte, nessuna distinzione, sono spesso i più volgari, sono i campioni mondiali del catcalling.
Il catcalling, che è appunto molestare in strada con strombazzi di auto, commenti indesiderati, palpeggiamenti, credo sia la cosa più raccapricciante che un uomo evoluto possa fare. Questa “pratica” c’è sempre stata, solo oggi se ne parla in modo libero, portata alla luce da Aurora Ramazzotti qualche giorno fa, anche lei vittima di catcalling.
Michela Murgia, ci ha pure scritto un libro, dopo essere stata attaccata in diretta radiofonica da Raffaele Morelli. In “Stai zitta” parla del linguaggio incivile e sessista che spesso passa per “normale”, denigrando così le donne.
Davvero voi uomini pensate che fischiarci per strada ci farà capitolare? Ha mai funzionato? No, perchè a colpirci è ben altro. Forse nella preistoria la tecnica poteva funzionare, ma sono pronta a scommettere che anche in quel caso la donna fosse più colpita dalle nuove scoperte tecnologiche dell'epoca, come il fuoco, ad esempio. Cosa che ha portato sicuramente ai primi inviti a cena galanti a lume di falò.
Questo significa solo una cosa: molti uomini (per fortuna non tutti) non ci sanno fare. Sentivo in radio qualche giorno fa che vorrebbe istituire la giornata mondiale del corteggiamento. Certo non si rivoluziona nulla, ma si porrebbe l’accento verso un modo d’essere maschilista, animale, scurrile che è assolutamente da radiare.
Negli ultimi anni molte aziende hanno spostato l’attenzione verso temi importanti e attuali, integrandoli con il loro modo di comunicare per raccontare che dietro ad un nome (azienda) si perseguono valori, ideali. Parlo del body shaming, dell’omosessualità, ma anche “banalmente” dell’attenzione all’ambiente.
Quali sono le aziende che esaltano l’approccio ideale verso l’altra persona?
Cornetto Algida ci insegna che bastano piccole cose, gesti semplici per un corteggiamento sano.
Le donne sono pragmatiche e vengono conquistate anche dalla praticità di un uomo nel saper gestire e aiutare in momenti più complessi, il maschio tuttofare insomma piace perchè sai che puoi sempre contare su di lui.
In questo ambito la pubblicità non è dalla parte dell’uomo, perché, per soddisfare o risolvere un problema si usa frequentemente un personaggio di fantasia.
Penso a Mastrolindo, che rappresenta il prodotto ottimale per pulire casa;
penso a Rinazina spray nasale, dove il genio ci libera il naso (anche in caso di sinusite);
penso a Duracell, dove un simpatico coniglietto ci dà istruzioni per “durare di più”.
Se la pubblicità è uno spaccato della società questo mi fa capire solo una cosa: l’uomo perfetto non esiste, donne dovremmo rassegnarci!