“In una mattina festiva due sorelline si alzano e corrono in cucina con un preciso obiettivo: vogliono ambedue un’arancia. Si accorgono, però, che in casa ne è rimasta una sola.”
(racconto tratto da Un’arancia per due, Giochi d’aula ed esercitazioni per formare alla negoziazione)
Che cosa dovrebbero fare le sorelline, che noi abbiamo chiamato Aurora e Gaia, per risolvere il problema con l’arancia? - chiede di solito il formatore in aula. Se litigano i genitori le puniscono sicuramente e non danno loro il gelato (sarebbe andare al parco ma sono tutti chiusi per l’emergenza). Le soluzioni non sono infinite: Aurora cede a Gaia l’arancia, Gaia la cede ad Aurora. Entrambe rinunciano all’arancia. Aurora e Gaia si dividono il frutto. Aurora “spreme la sua metà, ottenendo un’arancia abbastanza insoddisfacente e getta via la buccia”. Gaia “gratta la buccia che le serve per profumare l’impasto della torta che intende fare e scarta la polpa.” Se si fossero parlate!?! Avrebbero solo dovuto fare un micro sforzo di creatività: Aurora avrebbe spremuto l’intera arancia e Gaia avrebbe grattato l’intera buccia.
Gli ingredienti della comunicazione sono molteplici, a volte serve il succo mentre altre volte la pervasività che solo la scorza può dare al palato. Basta leggere in modo attento la ricetta. O ascoltare bene. I professionisti del settore, i manager e i head of dei vari settori dovranno trovare, insieme a società esterne come ASB\COMUNICAZIONE, una nuova ricetta per amalgamare questi momenti difficili con una nuova spinta propulsiva. Definire un piano è di per sé una negoziazione: con se stessi, con il contesto, con il mercato, con i competitor, con il team di lavoro. La comunicazione è un processo complesso e dobbiamo tenere presente un gran numero di ingredienti, comprese distorsioni, “rumori”, non ascolto.
Che cosa ci riserverà il futuro? Quali saranno le prossime opportunità per affrontare le sfide aziendali della contemporaneità? Siamo tutti perplessi, a tratti nervosi ed è comprensibile. Dobbiamo essere anche fiduciosi che la criticità del momento si ridimensioni velocemente. L’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova, non solo l'Italia, ma l'intera economia mondiale. Siamo inevitabilmente preoccupati dell’effetto domino che alcuni settori procureranno inevitabilmente agli altri. E a livello micro e non macro? Oggi, chi lavora, lo sta facendo a un metro (meglio due) di distanza. Vengono privilegiati, dove possibile, sistemi di videoconferenza. Un adattamento.
Come lo è stato per il social non social per eccellenza, LinkedIn. All’inizio solo un punto d’incontro tra domanda e offerta di lavoro, poco più di un archivio pubblico di curricula. A fare la differenza sono stati, nel passato, i contenuti condivisi dai professionisti: verticali, business oriented, divulgativi ma mirati. Comunicazione, no? Nel 2018 sono arrivati gli hashtag, nel 2019 le reaction e nel 2020 pare arriveranno le LinkedIn Stories per condividere momenti chiave di eventi di lavoro e incentivare la costruzione autentica - seppur virtuale - di relazioni. Adattarsi significa sopravvivere, come diceva il buon Darwin.
La precedente analisi: https://asborsoni.com/it/blog/dialogo-sul-comunicare
Come continua: https://asborsoni.com/it/blog/relazione-sulle-relazioni