Quarto assioma
Proseguo la mia maratona sugli assiomi della comunicazione. Quotidianamente traduciamo il modulo analogico in numerico per evitare malintesi, equivoci e fraintendimenti. Siamo al quarto assioma, dove numerico sta per logico e corrisponde quasi in toto alla comunicazione verbale, esplicita. Dove invece l’analogico ha a che vedere con gesti, mimica facciale, tono della voce. Se una persona afferma di essere interessata a ciò che stiamo raccontando e poi evita di guardarci negli occhi, è evidente la discrepanza tra il contenuto e la forma.
La comunicazione del rischio, a seguito di un evento straordinario che può danneggiare gli equilibri di una comunità, deve essere sostenuta da un team che pianifichi azioni che siano in grado di dare una risposta coerente al mondo esterno e interno all’azienda. Il senso dovrebbe essere di moderare le ripercussioni sull’assetto organizzativo generale e di conservare una reputazione seria e solida.
Alcune imprese italiane potrebbero andare in default (alcune testate dicono che ci andranno) se l'emergenza non si arresta. Gli effetti infatti dipenderanno dalla durata della crisi sanitaria e dalle modalità di gestione della complessità. Vi ricorda qualcosa? Ci eravamo già capitati dentro con l’epidemia “spaziale” cinese negli anni ‘70. Se tutto va bene, leggo sempre dai giornali, la crisi sanitaria durerà fino a metà anno, con un’eco non trascurabile sulla solidità delle nostre aziende. Si parla di misure che di fatto fermano l’economia delle aree più produttive del paese: rallentamenti nella produzione, chiusure temporanee forzate. Non entro nel merito del cosa sia giusto fare, certo è che le ipotesi di un generico “chiudere tutto” per contenere il più possibile il contagio non mi ha rassicurato. Tutto?! Mi sono chiesta: avremo luce, acqua, cibo? Chiudere tutto.. lasciamo aperta un’azienda alimentare in quanto genere di prima necessità..e ci assicuriamo anche di lasciare aperta l’azienda che fornisce il pack.. giusto?.. altrimenti del cibo senza scatola non ce ne facciamo molto.. del cibo senza poterlo distribuire non ce ne facciamo nulla. La benzina i mezzi per portare il cibo nei supermercati l’avranno? Hanno tenuto presente tutto questo e anche quello a cui io non sto pensando quando hanno detto o digitato sulla tastiera “chiudere tutto”, quando hanno postato e ancora postano #iostoacasa o #stateacasa? Che effetto ha avuto su chi deve lavorare in loco? soprattutto chi sta garantendo i servizi e prodotti primari? Qualcuno di loro ha cominciato a postare #eroidistocazzo e si parla già di scioperi.. Dovremmo sforzarci tutti di abbassare i toni probabilmente.
Gli imprenditori in questo momento hanno un carico psicologico importante, sentono tutta la responsabilità delle famiglie a loro collegate. I sostegni alle imprese e ai loro dipendenti di cui parlano i titoloni basteranno? Suonano tanti ma temo non saranno abbastanza. Meglio che niente. Speriamo arrivino davvero. E intanto gli imprenditori che oggi - nel pieno rispetto dei decreti - sono aperti rischiano ancora una volta di passare dalla parte dei cattivi, in prima linea con i collaboratori a cercare di capire come venirne fuori. Gestire tutto, in salute e senza inefficienze, per non deludere i clienti nè agitare i dipendenti con cui si confrontano sul come fare domani “se”... ipotizzando tutti i “se”. Perché il problema non è “restare aperti” a tutti i costi le prossime settimane, ma garantire tutti insieme un domani alla nostra Repubblica. Per spiegarlo, a chi non ce l’ha chiaro, non basta un post purtroppo. E il problema non è solo la mancanza del modulo analogico nel mezzo a meno di fare un video. Ci vorrebbe un lungo tutorial.
Ce la faranno, anche se non sarà facile, le attività che sapranno fare uno scatto dopo essere state messe in panchina, dopo aver ricucito le ferite. Anche questo significa #LITALIAnonsiferma #BRESCIAnonsiferma #ASBCOMUNICAZIONEnonsiferma
Il precedente assioma: https://asborsoni.com/it/blog/duepuntieacapo
l'ultimo episodio: https://asborsoni.com/it/blog/united-we-stand-divided-we-fall