È maggio ed è tempo di Met Ball, questo è un argomento serissimo

È maggio ed è tempo di Met Ball, questo è un argomento serissimo

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Chief communication officer

Massima eccitazione come ogni anno per l'appuntamento con il Met Gala.

È la sera del 6 maggio e sono prontissima con ogni tipo di social connesso. Dito di fuoco, mi connetto su riviste/portali/siti/account/Instagram che per primi iniziano a mostrare i look della serata. 

La regola ogni anno è arrivare preparati, il tema viene annunciato prima quindi si studia tutto, e si immagina come la “noi” ricca bella e famosa avrebbe interpretato il tema in modo originale e azzeccato - e speso la bellezza di 30.000 dollari, o 275.000 per il tavolo - per partecipare. 


Cenni storici.

Il Met Gala esiste dal 1948, fu un’idea della giornalista Eleanor Lambert e ancora oggi è la principale fonte di approvvigionamento di fondi del Costume institute del Metropolitan di New York. Il Gala è la serata di raccolta fondi ed è l’apertura ufficiale della mostra annuale, che si tiene appunto al Metropolitan Museum di New York.

Si tratta di un evento che sposta, oltre che diversi milioni di dollari, anche un non indifferente numero di persone, sui social e non. 


Numeri.

Nel 2018, Launchmetrics, ha analizzato il flusso social del red carpet per la mostra dello scorso anno il cui tema era “Heavenly bodies: fashion and the catholic imagination” [Grazie Gesù per averci regalato un tema tanto amato] raccogliendo ed analizzando i dati dal 6 all’8 maggio. Per fare ciò è stata creato un indicatore chiamato Miv (Media impact value) che misura l’impatto delle citazioni rilevanti su tutti i canali (online, social, print), inclusi gli investimenti e i media di proprietà, per poter poi ricavare un valore quantitativo dei risultati della performance. 

Il risultato finale viene banalmente tradotto in un valore economico. Siamo i soliti venali.

Ad esempio nel 2018, in base alla ricerca, Gucci è il brand vincitore con un Miv da 1,7 milioni di dollari, seguito da Versace (1,6 milioni) e Louis Vuitton. A seguire troviamo Dolce&Gabbana, Balmain e Prada.

L’impatto della serata ha poi un grande successo a livello social, soprattutto nei confronti dell’account Instagram del Metropolitan Museum of Art.

L’anno scorso ad esempio, in soli due giorni sono stati 67k i nuovi follower della pagina con una media di 1.629 nuovi follower giornalieri. Quindi grazie Met Gala, per portare nuovi utenti su Instagram. 

Fino a ieri la fotografia con più like della serata postata su @metmuseum era il post con più like in assoluto postato sulla pagina (si tratta della foto di gruppo di Lana Del Rey, Jared Leto e il direttore creativo di Gucci Alessandro Michele).

Per il brand la visibilità è altissima. Prendiamo ad esempio Versace che nel 2018 aveva vestiva un entourage composto da Gigi Hadid, Blake Lively, Gisele, Kim Kardashian, Zendaya e Katy Perry. In una notte i follower su Instagram hanno avuto un incremento di 78K, con una media di aumento follower giornalieri pari a 9.295. Mica male.

E la grande potenza, oltre che nel brand, sta ovviamente nel personaggio scelto quale ambassador. Rihanna, Kylie Jenner o Ariana Grande, ad esempio, hanno un tasso di interazione a post che va dal 6% al 3.3%, che significa una media di 3.500.000 di like.

Ma quando si parla dei look? Ok, fine del post da commercialista.


Tema 2019: ‘Camp: Notes on Fashion’.

Quest’anno la mostra sarà divisa in due parti: la prima dedicata all’origine del camp, la seconda alle sue rappresentazioni nella moda. I pezzi saranno circa 175, tra cui abiti maschili e femminili, sculture, dipinti e disegni, collezioni del passato come quella di Chanel per l’inverno 1987 ispirata a Versailles (disegnata da Karl Lagerfeld) e creazioni più recenti, come abiti di Demna Gvasalia o Virgin Abloh, Charles Frederick Worth, Balenciaga o Miuccia Prada.

Il curatore della mostra, Andrew Bolton intende il “camp” come “artificio, eccesso, stravaganza, ironia, démodé, innocenza, e surplus”.

Fin da subito non ci è tutto chiaro ma approfondiamo e il post su Instagram del Metropolitan Museum che annuncia la mostra ci spiega meglio: “La mostra esaminerà come gli stilisti hanno usato il loro mestiere come veicolo per impegnarsi con il "camp" in modi irresistibili, divertenti e talvolta incoerenti".


Ok si ma quindi spiegateci bene. Già le celebrità hanno fatto fatica a interpretarmi il tema China del 2015, figuriamoci questo che manco si capisce cosa mi significa.

E poi le Kardashian non hanno tempo da perdere, devono capire come riuscire a motivare l’ennesimo nude look in latex effetto bagnato.


Ma proviamo ad approfondire ancora e alla fine scopriamo che il tema pare si ispiri ad un pamphlet del 1964 dal titolo «Camp: Notes of Fashion» in cui Susan Sontag parlava del concetto di "camp", ovvero dell'utilizzo sfrenato del kitsch con intenti giocosi e in diversi campi, e di come questo abbia avuto un impatto sulla cultura popolare e sia servito anche in funzione di una liberalizzazione sessuale e omosessuale. Più in generale il “camp” ha contribuito a far emergere con prorompenza estetica e visiva delle culture/sottoculture emarginate.

Aaaaaahhhhhh. Chiaro.

Quindi quest’anno le star sono chiamate a osare al 100%, unendo eccentricità e stravaganza senza precedenti. All’insegna dell’esagerazione più sfrenata. Avanguardia pura mi viene da dire, e mi aspetto fiocchi enormi e drag queen.


Ma veniamo a noi, e all’esercizio di stile che ci piace fare ogni anno con i beauty look sul red carpet. Prendo le gallery con le foto degli invitati, le studio, e alla fine mi diletto nella scrittura di paragoni e didascalie per ogni look migliore e peggiore. Mi diverto con poco, ma è un esercizio di copyright che faccio sempre volentieri. Bisogna essere veloci perchè il mio amico Pietro Peduzzi dice che questo tipo di argomenti vanno sviscerati entro la mattina successiva all’evento, altrimenti si è old.

Partiamo. In ordine sparso.


Anna Wintour in Chanel Couture padrona di casa indiscussa di solito avvoltoio nero, oggi divino avvoltoio rosa. Lei è coerente e sempre perfetta non possiamo dire altro. 

Altro Chanel Haute Couture per Penelope Cruz. Penny io ti adoro e adoro il tuo Chanel ma la frangia è per pochi.

Anche le gemelle Olsen in Chanel, loro sono sopra gli altri e sono le mie gattare preferite, non si possono criticare mai. 

Lily Rose Depp in Chanel Couture vintage. Non te lo meriti. Anche tu Kristen Stewart l’espressione è sempre la stessa e io passo oltre.


Lady Gaga che arriva praticamente per prima è presa dall’indecisione e si manifesta ben 4 volte con 4 look diversi. 2 i colori, il nero e il fucsia. Un po’ Marilyn, un po’ confusa ma comunque magnifico il Brandon Maxwell in apertura. Se ci spiega il significato semiotico allegorico degli ombrelli siamo anche più contenti.


DONATELLA VERSACE CHE NON SI PRONUNCIA VERSACI, ti ammiriamo tutti per essere ancora tutta intera ma ecco la gang Versace composta da Kim Kardashian, sorelle Jenner e JLo:

Kim, quel fisico non è normale, anche se avrei salvato il vestito con lacrime di cristallo se non l’avesse indossato lei. 

Kylie versione cospaly di Lil Kim ovviamente effetto nudo, piume e forma a sirena, Kendall effetto nudo, piume, forma a sirena. Waw questa si che è sperimentazione.

JLo non molla niente. Molto in tema, molto immortale.

Lupita Nyong’o in Atelier Versace diretta in top 10 anche se il motivo non me lo spiego. 

Serena Williams sempre in Atelier Versace e Nike gialla. Non dico altro perchè gli sportivi vestiti eleganti non funzionano mai.


C’è anche mamma Kris Jenner in Tommy Hilfiger e parrucca bionda. Ma l’estinzione quando?


Zendaya in Tommy Hilfiger. Una cenerentola LED 2019 che ricorda un’altra cenerentola LED ovvero Claire Danes in Zac Posen nel 2016. Io non dimentico, mi ricordo tutto. 


Creature by @lallo25, l’impero effimero Gucci:

Jared Leto, adeguato con auto decapitazione incorporata. Valar morghulis.

Harry Styles, baffetto + orecchino di perla, cosa non si farebbe per essere bellissimi. Hai provato a metterci un reggiseno sotto? L’eccesso c’è per me è si.

Florence Welch io ti amo vorrei essere te.

Dakota Johnson si, ci sei piaciuta. Ma vogliamo un po’ di novità. E voglio la sua corona.

Ashley Graham in superbrandizzato superorrendo Gucci. Nutro per lei una naturale antipatia. Non sono obiettiva nel giudizio.

Saoirse Ronan in Gucci ok. Ma il tema cinese come ho già detto è già stato nel 2015.


Rosie Huntington-Whiteley in Oscar de la Renta, bella. Ma la notte degli Oscar è a febbraio.

Mi annoiano tutte le modelle sui red carpet. Ne incontreremo altre.


Celine Dion uscita dal Crazy Horse, ma diva adeguata in un Oscar de la Renta ispirato ai migliori anni ‘70. Regina.


Arriviamo ai Valentino che non toccatemi i Valentino li amo tutti no matter what.

Naomi. Valentino. Naomi. Tutto stupendo. 

Julianne Moore ti amo con la coperta termica degli astronauti. Bella la scelta del materiale inaspettato in ottica di sperimentazione. Anche Likke Li ottima performance nel Valentino corallo.

Ma cosa non mi è Joan Collins in un Valentino Couture degno di Barbie Magia della neve?!

Irina Shayk in Burberry stupenda in un velluto blu raffinatissimo. Si perfezione, no avanguardia. A proposito della noia delle modelle.

Lily Collins in un Giambattista Valli Haute Couture che la fa sembrare Priscilla Prestley al matrimonio con Elvis. Non ho ragione?

Due i Giambattista Valli che vorrei possedere: quello di Margaret Qualley e quello di Emma Roberts. A volte la vita è proprio ingiusta.

Janelle Monae in Christian Siriano, non so chi tu sia ma so come ci si sente quando il bagaglio a mano supera il peso consentito. 

Emily Ratajkowski in Dundas, a parte che in questi anni ormai le abbiamo visto anche la laringe e quest’anno non si risparmia, noto un minimo di impegno nel seguire il tema. Nuda con le ali, come Eros di Pollon.


Cara Delevigne con un inaspettato Dior che non sembra un Dior ci è piaciuta.  

Priyanka Chopra in Christian Dior Couture irriconoscibile e azzeccata. 

Ma perchè tutti con queste piume?

Gisele Bundchen anche quest’anno ci vuole ricordare quanto la sua vita è perfetta. Non si veste da camp ma è una dea e chissenefrega io vorrei essere lei e vorrei quel Dior.


Lucy Boynton bello il Prada. Amber Valletta in Saint Laurent ti ho amata. Ripeto, perchè tutte queste piume?

Katy Perry, in Moschino ispirazione candelabro. Lumière si è vestito così per andare a cena con Belle già anni fa. Katy è moda, non carnevale, ma tutto sommato anche se mi spiace dirlo outfit on point.

Gigi Hadid in Michael Kors, poco modella è promossa e non pensavo. Bella Hadid sembri la donna gatto datti una calmata, il Moschino che sembra un Versace non lo commento nemmeno.

Ezra Miller in Burberry nella mia top 5.

Kacey Musgraves in Moschino è Barbie. Barbie è la moda levatevi tutti.

Gwen Stefani in Moschino ALLELUJA ALLELUJA.

Tracee Ellis Ross sempre in Moschino interpreta in maniera personale il concetto di mostra ma per me è ok.

Alexa Chung che indossa Alexa Chung che voglio. 

Kate Moss in Marc Jacobs, arrivata direttamente da Approdo del re e non ha fatto a tempo a capire il tema.

Elizabeth Debicki indossa il Salvatore Ferragamo che avrei scelto io.


Hailee Steinfeld in Viktor & Rolf grazie. Quella sfilata è stata creata per il Met.

Sophie Turner in Louis Vuitton, Sansa Stark dopo GOT 08/04 non ti voglio più parlare.

Candice Swanepoel in Prabal Gurung, noia l’ho già detto?

Camila Morrone in Elie Saab Haute Couture ma abbigliata come Gigi due anni fa. Capisco fossi distratta da Leo Di Caprio per accorgerti quindi ti perdoniamo. 


Solange Knowles pitonata in Ferragamo può fare ben poco perchè nessuno dimenticherà mai l’abito arancione con cui menò Jay-Z nell’ascensore.


Joan Smalls, professione modella, con un Prabal Gurung palese citazione del Bob Mackie indossato da Cher quando vinse l’Oscar nell’88. 

Cher è, per come la vedo io, l’essenza del tema 2019. Joan grazie.


Sarah Jessica Parker mi sei mancata. 

Gli uomini non li guardo.

Potrei continuare ma chiudo con Cardi B che l’anno scorso interpretò il tema del cattolicesimo nella moda citando Beyoncé quale divinità e per questo già la amiamo. Quest’anno ci sfoggia un Thom Browne colore del sangue, una cascata di fuoco degna della migliore Rihanna con stola giallo oro del 2015. Forse è lei la mia vincitrice.


Gallery di immagini disponibile sotto, grazie Vanity Fair.


È maggio ed è tempo di Met Ball, questo è un argomento serissimo