Indossare una corona: celebrity deathmatch

Indossare una corona: celebrity deathmatch

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Copywriter & Concept Writer

Well, well, well.

Giorno percepito: 20 giugno 2035. Giorno reale: dovrei aprire Calendar o guardare il cellulare. Accendo una sigaretta e guardo fuori dalla finestra. Un francobollo verticale di una bella giornata, nè calda nè fredda. Destinatario sconosciuto.

Ieri Fontana ha emesso una nuova ordinanza. Mascherina obbligatoria. Nel caso non ve ne siano, usate pure sciarpe o foulard. Sorriso smagliato, guardo fuori dalla finestra.

Well, well, well. 

Mi sono infilata in un pensiero parallelo, forse per non pensare. Ho cominciato a cercare esempi di produzione letteraria durante tempi non propizi.

Pare ci abbiano perso il sonno in tanti, su questa ricerca. Tanto da trovare praticamente lo svolgimento già pronto. Cavalca il regno dell’Internet su un destriero lucente l’unico e inimitabile William Shakespeare. Colui il quale, durante una pandemia con grado di mortalità al 40-60%, riesce a scrivere il Re Lear. Suppongo senza uscire di casa e senza stratagemmi digitali a portata di pollice. Poi, francamente. Parliamo di un genio su sei milioni di abitanti. E la sua genialità, in parte, sarà stata anche quella di usare del sapone più di una volta al mese. Certo è che, se di intelletti superiori stiamo parlando, la nostra regina (perché pandemia è femmina nel 2020) è Cardi-B con la sua hit inconsapevole sul Coronavirus. E a gettar l’occhio un po’ più in là? Cadiamo in piedi, dal terzo piano e senza trampolino elastico. Chi può dovrà lavorare in smart working, l’eterno riposo in diretta su un “impara a usare Photoshop in tre ore con questo semplice corso” con l’intera popolazione votata alla panificazione mentre, fuori, la natura si riprende i suoi spazi.

Well, well, well.

Non è come restare creativi. La questione non è quella. L’epoca in cui viveva Shakespeare era permeata dal dubbio. Non quello che ti fa pensare a trenta e passa anni se hai fatto realmente quello che volevi nella vita, se hai trovato la tua vera vocazione o talento. Il banale dubbio seicentesco dell’oggi ci sei e domani ciao a tutti, tante care cose. La mediocrità di una vita abbastanza lunga sarà stata una visione paradisiaca. Per noi il punto di blocco della creatività (se così davvero la vogliamo chiamare) è la condizione stessa di un futuro incerto, perché non abbiamo ben chiaro se e come le cose torneranno come prima. Fuori dai denti, l’incertezza non era compresa con la nostra quotidianità. Nessun dubbio sulle fondamenta. Forse solo sulle tendine o sul colore dei muri. Quindi nessun Bardo nelle vicinanze, neanche a pagarlo. Magari al prossimo giro? 

Per ora tutti quanti stiamo fermi, immobili ad aspettare che tutto torni ad essere quello che era prima. Per chiederci, ancora una volta, quale sia il nostro talento nascosto senza svilupparlo. E come dice la grandiosa Cardi B, sventolando le sue unghione lunghe chilometri: “Coronavirus! Coronavirus! I’m telling you, shit is real! Shit is getting real!“

NB: Visto che nessuno qui è nel percentile shakespeariano, due o tre consigli virali.

Libro di Guido Morselli https://bit.ly/2x6G7Sx  

Serie di Netflix https://bit.ly/2RhVe2e 

Film di Bong Joon-ho https://bit.ly/39OIbf6 

Articolo di Alessandro Baricco https://bit.ly/39Kj8tS  

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