How to survive post Sanremo

How to survive post Sanremo

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Media Specialist

ciao ciao

Nella mia mente ronzano ciclicamente parole come brividi, duecentomila ore, chimica, insuperabile ecc. ecc., questo significa che sono rimasto sotto allo spettacolo dell’anno. 

Prima di tutto sono d’accordo con i molti che l’hanno scritto: Sanremo è paragonabile al Capodanno, una volta che c’è il vincitore si crea un vuoto, nel quale l’unica cosa che rimane chiedersi è: “e mo’?”. Quindi non mi resta che esprimere i miei sentimenti e pensieri per colmare il vuoto. 

Tralascio la pesantezza della domanda che ogni anno vogliamo imporci, ovvero il festivál è lo specchio del paese? Ma perché uno spettacolo d’intrattenimento deve necessariamente rappresentare il paese? Che peso, andate avanti boomer. 


Cosa rimane di questo Sanremo?

Quindi settimana finita. Vuoto presente. Airpods accesi. 

Best and worst, pro e contro. É necessario che li faccia anche io? No, ed esattamente come tutti quelli che non guardano il festival ma ci tengono a dircelo, potete chiudere questa pagina web. Easy. 

Random e non in ordine: 

. Beh la TV non è morta. Il 64% della finale racconta uno share impressionante ma che, soprattutto, ci fa pensare che ancora oggi lo strumento rappresenta un importantissimo meccanismo di comunicazione e di promozione. Mi immagino la felicità delle aziende che hanno deciso di inserirsi nel media plan di Rai1. Well done. 

. Però attenzione agli spot. Esiste qualcosa di peggio di un messaggio inefficace visto da 16 mln di persone? Indubbiamente no. Quindi invito tutti a fare una riflessione quando viene preparata una campagna. Regione Liguria, why? La Canalis, sarda, da casa sua a Los Angeles, ci racconta della sua Liguria. Ripeto: c’è qualcosa di peggio? Oltre all’inefficacia del messaggio manca la coerenza di narrazione. Me ne dispiaccio molto. 

. Arte e moda. Non venite a dirmi poi che non esiste un’espressione personale più immediata e alta del proprio outfit. Quanto è possibile comunicare solo vestendoci? O meglio quanto possiamo dire di noi? Da telespettatori siamo incredibili mettendoci nei panni di giudici in pigiama. Meraviglioso! Ma il risultato di come queste aziende investano in questi artisti è impressionante. Credo che chiunque abbia parlato di Valentino in questa settimana. Chapeau. 

. Fantasanremo. Dal niente creare una community. Lo show nello show e i social come veicolo principale. I progetti paralleli ormai rappresentano il futuro perché svecchiano, sono dinamici e parlano sempre a più generazioni. La costruzione corretta di più espedienti per raggiungere uno scopo.

E ora Eurovision?

Niente mi fermo qui, troppe mail da leggere ma potrei andare avanti ore. 

Ma i pensieri sono sempre molto complessi e vari. Mi chiedo se i piani alti dopo questa edizione siano consapevoli che siamo pronti a vedere costruita una nuova pagina televisiva che magari possa includere e parlare sempre più a certi (e nuovi) target evolvendosi. Un’opinione? La televisione da sola non può farlo ma può utilizzare settori esterni per essere raggiunta. Nel frattempo… Eurovision, sono pronto.